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RICORDO DELL'AVVOCATO e del VIGILE MELONE di Corrado Prisco |
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La FIGC e la UEFA mi contattarono per organizzare all’Olimpico un evento spettacolo che doveva precedere la Finale della Champions League 1996 con la partita Iuventus Aiax. All’Olimpico avevo già avuto una importante esperienza l’anno precedente, nel 1995, avendo collaborato all’organizzazione dei Primi giochi Mondiali Militari, un evento sportivo imponente che vide la partecipazione di oltre 5.000 atleti militari provenienti da tutto il mondo. Presentatrice dello show propedeutico alla partita Juventus Aiax scelsi Alba Parietti. Parteciparono allo show Riccardo Cocciante, Paolo Belli e la sua big band, una lunga teoria di sbandieratori provenienti dall’Umbria e dalla Toscana. Le bandiere della Juventus e dell’Aiax lunghe 150 metri ciascuna, portate da giovanissimi atleti, venivano fatte uscire dai boccaporti di destra e di sinistra dell’Olimpico inondando la pista d’atletica tra un tripudio di circa 500 sbandieratori, con un effetto scenografico di notevole suggestione. Interprete d'eccezione dell'inno della Champion league fu Andrea Bocelli. Lo accompagnò fino al palco al centro del campo, mia moglie Bianca Canulla,che collaborò con me all'organizzazione, poi lui le chiese di non andarsene e volle tenerle la mano fino a poco prima dell’inizio dell’esecuzione. Ma non solo. Bianca gli restò vicino per tutta la partita alla quale Bocelli volle assistere facendosela raccontare . Collaborarono inoltre all'organizzazione il regista e scrittore Cristiano Barbarossa e l'organizzatore e produttore Agostino Marcon. |
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Concluso lo show, a metà primo tempo mi spostai nel bar della tribuna Vip, per contattare le postazioni della mia organizzazione. Mi accompagnò un mio collaboratore con funzioni d’autista, Roberto Melone, figlio del noto vigile Melone, sulle cui famose vicissitudini giudiziarie fu realizzato il film “Il vigile” con Alberto Sordi e Vittorio De Sica. Il grande bar della tribuna Vip era vuoto tranne un unico cliente, seduto in una poltrona, con un drink che non beveva, intento a seguire su un grande televisore la diretta RAI della finale. Quattro dipendenti del bar stavano mettendo ordine al banco, anch’essi con lo sguardo al televisore, le urla dei tifosi, di poco attutite dalle grandi vetrate del bar andavano a sovrapporsi al sonoro della diretta RAI. Roberto Melone, romano del quartiere popolare del Tufello, nel vedere quell’avventore guardare la partita in televisione, non poté trattenersi dal commentare “A sor Pri’ (Signor Prisco) ha visto quello. E’ venuto allo stadio, per guardà la partita in televisione. Ma ché non c’ha er televisore a casa?. Sorpreso per quel commento irrispettoso e beffardo - “Zitto” - lo redarguii a voce bassa - E’ l’avvocato Agnelli! - “L’avvocato Agnelli!?” e Roberto mi guardò smarrito. |
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Sotto,Roberto col padre, il vigile Melone | |
L’avvocato si girò sorridendo: “Il signore ha ragione”. – mi disse quasi venendo in soccorso di Roberto –“E’ una giusta osservazione”. Ma la cosa straordinaria fu che l’Avvocato, potente tra i potenti, di fronte a tanta disarmante spontaneità ritenne di doversi giustificare, e soggiunse con una vena di malinconia: “Vengo qui per stemperare la tensione”.- Una esigenza forse nota al suo entourage, tant’è che l’avvocato stava incredibilmente da solo. Nessuno lo aveva accompagnato. Presentai Roberto Melone all’Avvocato che ben ricordava le vicissitudini del padre, il vigile Melone. Ma ebbe anche parole di encomio per la conduzione di Alba Parietti e per lo show che aveva preceduto la partita. Rividi l’avvocato Agnelli un paio di anni dopo quella storica Champion league, in una calda serata d’estate. Stavo in auto con Roberto Melone fermi al semaforo di via Quattro fontane angolo via del Quirinale. Un auto ci affiancò. Alla guida c’era l’avvocato Agnelli con a fianco un signore. Aveva il vetro del finestrino abbassato. Lo salutai: Buonasera avvocato. – Lui si girò: Buonasera – , riconoscendomi si aprì in un sorriso, poi quando vide che alla guida c’era Roberto Melone, fece un vago cenno di saluto con la mano. Certamente lo ricordò per quel commento popolar-surreale: “Questo è venuto allo stadio, pe' guardà la partita in televisione. Ma ché non c’ha er televisore a casa?. Una frase che ebbe il merito di stemperare la tensione dell’Avvocato per quella storica partita, vinta dalla Juventus, in extremis, ai rigori. |
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