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E' morto a Cuneo lo scrittore Nuto Revelli, leggendario capo partigiano, raccontò "il mondo dei vinti"

Così il sindaco di Roma, Walter Veltroni, ha ricordato lo scrittore Nuto Revelli:  «Con Nuto Revelli se ne va un altro dei protagonisti della storia italiana, un altro di quegli uomini che animarono la Resistenza che scrissero una pagina che contribuì a riportare la libertà e la democrazia in Italia. Quello che ci ha lasciato è un patrimonio culturale destinato a rimanere, insieme all'insegnamento di una vita che è un esempio di sobrietà e di passione civile».


 

  Nuto Revelli 1919 - 2004

Nuto Revelli, classe 1919. Una vita spesa a combattere l'Italia delle amnesie, dei vuoti di memoria, delle rimozioni. L'Italia che preferisce la retorica alla responsabilità verso la sua storia. L'Italia che celebra e dimentica.

I suoi libri sono lavori testardi, rigorosi, che niente concedono alle mode letterarie ed a quelle delle troppo frequenti «revisioni» storiche: lavori, appunto, sulla memoria.

1946: Mai tardi. Diario di un alpino in Russia; 1962: La guerra dei poveri; 1966: La strada del davai; 1971: L'ultimo fronte. Lettere di soldati caduti o dispersi nella seconda guerra mondiale; 1977: Il mondo dei vinti. Testimonianze di vita contadina; 1985: L'anello forte. La donna: storie di vita contadina; 1994: Il disperso di Marburg; 1998: Il prete giusto; 2003: Le due guerre, tutti pubblicati da Einaudi.

Michele Calandri, Mario Cordero

Dalla Dedica al volume Nuto Revelli. Percorsi di memoria, pubblicato nel 1999 dall'Istituto Storico della Resistenza di Cuneo e provincia in occasione degli ottant'anni di Nuto Revelli.


 Nuto Revelli, era nato a Cuneo  il 21 luglio 1919,  aveva combattuto la guerra partigiana, ne aveva scritto, ma in particolare aveva raccontato  il "mondo dei vinti", dei contadini poveri piemontesi che nella prima metà del secolo scorso scelsero l'emigrazione unica strada per la sopravvivenza.

Nella seconda guerra mondiale, Nuto Rivelli, ufficiale degli alpini della Tridentina, fu inviato in Russia ove sopravvisse alla tragedia della campagna.  Rientrato in Italia, salvo, ma profondamente segnato, Revelli entrò nella resistenza nelle formazioni di Giustizia e Libertà.

Scampato a vari rastrellamenti, Nuto Revelli assunse il comando delle Brigate Valle Vermenagna e Valle Stura "Carlo Rosselli", inquadrate nella I Divisione GL. Con queste forze, nell'agosto del 1944, si scontrò i granatieri della XC Divisione corazzata tedesca, che puntavano ad occupare il valico del Colle della Maddalena, e dopo una settimana di duri scontri riuscì a  bloccarli.

Alcuni storici, attestano che grazie all'eroismo e alla determinatezza degli uomini di Giustizia e Libertà, comandati da Rivelli, gli Alleati riuscirono ad avanzare sulla costa meridionale francese, e a  liberare, il  28 agosto 1944, Nizza. Nei giorni della Liberazione, Revelli comandò la V Zona Piemonte. Dopo la guerra, Nuto Rivelli ha continuato nel suo impegno civile scrivendo.

Tra i suoi libri tutti editi da Einaudi:  "Mai tardi, Diario di un alpino in Russia", (che fu editato nella prima edizione da Panfili a Cuneo nel 1946), "La guerra dei poveri" (1962), "La strada del Davai" (1966), "L'ultimo fronte, Lettere di soldati caduti o dispersi nella II guerra mondiale" (1971)", "Il mondo dei vinti, Testimonianze di vita contadina" (1977), "L'anello forte, La donna, Storie di vita contadina" (1985), "Il disperso di Marburg" (1994), "Il prete giusto" (1998), "Le due guerre" (2003)