“E’
un altro grande risultato nella battaglia a difesa dei prodotti
tipici di qualità, un nuovo punto a favore del prestigio
del Made in Italy e del primato dell’agroalimentare italiano
nel mondo”.
E’ quanto dichiara il Ministro delle Politiche agricole
e forestali Gianni Alemanno commentando l’esito
favorevole dei lavori del Codex Alimentarius in corso ad Auckland
(Nuova Zelanda) per quanto riguarda la proposta di approvazione
di uno standard del Parmesan.
La delegazione italiana, sostenuta dalla Commissione europea,
ha vanificato il tentativo di numerosi Paesi (fra cui Stati Uniti,
Canada, Australia e Nuova Zelanda) finalizzato ad ottenere un
disciplinare a livello multilaterale riguardante il formaggio
a pasta dura denominato Parmesan. Questo termine invece –
come è noto – è la traduzione nelle lingue
inglese, francese e tedesca, del termine Parmigiano, che costituisce
a livello comunitario una denominazione protetta e, tra le 136
italiane, una delle più importanti.
La delegazione italiana non ha consentito, con la sua azione,
di iscrivere al Codex la denominazione generica Parmesan che avrebbe
permesso ad alcuni Paesi terzi di continuare a produrre e commercializzare
sotto vari nomi (Parmesan, Reggianito, Parmezano ed altri) un
prodotto simile al Parmigiano Reggiano, usurpandone la notorietà.
“Intendiamo continuare a salvaguardare le produzioni tipiche
alimentari italiane in tutte le sedi, anche con apposite azioni
legali: la difesa del nostro patrimonio agroalimentare –
ha aggiunto il Ministro – rappresenta un obiettivo strategico
del Ministero, anche perché contribuisce all’affermazione
di un comparto economico che occupa più di centomila lavoratori,
con oltre 8 mld di euro di fatturato”. Un settore spesso
minacciato dalla concorrenza sleale: basti pensare che il giro
d’affari derivante dalla contraffazione di prodotti italiani
registrati a livello comunitario si può stimare in circa
2000 milioni di euro.