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"Premio Elsa MORANTE 2004"

Associazione Culturale 

Premio Elsa Morante ONLUS

 

    Elsa Morante


Dacia Maraini

PREMIO ELSA MORANTE:

Ad ANTONIO RICCARDI  E A DINO RISI il PREMIO ELSA MORANTE

A Napoli, il 30 settembre, la Cerimonia di Premiazione


 
 

La  giuria del Premio Elsa Morante, presieduta da Dacia Maraini e composta da Vincenzo Cerami , Francesco Cevasco , Antonio Debenedetti, Paolo Fabbri, Paolo Mauri, Nico Orengo, Emanuele Trevi e Tjuna Notarbartolo (Direttore della manifestazione), ha annunciato i vincitori di altre due sezioni: Antonio Riccardi che vince il Premio Elsa Morante per la Poesia”  e Dino Risi al quale andrà  il Premio alla Carriera”.

Riccardi vince con “Gli impianti del dovere e della guerra” (Garzanti), un poema moderno, in uno stile del tutto personale, composto da brevi liriche dalle immagini fortemente evocative. Si impone per la saggia pacatezza dei suoi toni  capaci di cogliere la complessità della storia e le contraddittorie illusioni del moderno. Dal titolo imponente e echeggiante, la narrazione è ambientata in due luoghi essenziali di una precisa geografia poetica: la campagna parmense del podere di Cattabiano e quella che fu la “piccola Stalingrado” cioè Sesto San Giovanni (città alle porte di Milano, dove vive l’autore), luoghi dell’acciaio e dell’anima, della memoria e nostalgia di civiltà perdute.

Antonio Riccardi , considerato una delle voci più originali nell’attuale orizzonte poetico, ha già raccolto nel ‘96 il suo lavoro in versi nel volume “Il profitto domestico (Mondadori).  Manager dell’editoria, è collaboratore di diverse riviste e giornali . Partecipa alla direzione delle riviste culturali "Nuovi Argomenti" e "Letture". Ha curato il volume di saggi “Per la Poesia tra Novecento e nuovo Millennio” . Ha curato per la collana "Oscar Classici" della Mondadori le edizioni del Candelaio e della Cena delle Ceneri di Giordano Bruno.
 

 
 

Dino Risi si aggiudica il Premio alla Carriera. Il riconoscimento gli viene assegnato in occasione della pubblicazione de I miei mostri” (Mondadori). E’ una brillante autobiografia, un racconto divertente, a volte cinico e grottesco, che ripercorre tratti della vita intima del regista e dei personaggi che l’ hanno caratterizzata e allo stesso tempo delinea le contraddizioni della società contemporanea. Ne "I miei mostri" Risi descrive la vita come un film ad episodi, fatto di piccole storie, intrecci, incontri casuali, volti sconosciuti, alternati a riflessioni, aforismi e sentenze, ricordi, sogni e storie esemplari. Si tratta di veri e propri minifilm che restituiscono al lettore il sapore agrodolce di tante sue pellicole. Nel libro ci sono aneddoti sull’ambiente del cinema, i personaggi sono ben noti al pubblico, sono quelli che hanno fatto la storia del cinema: Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Anita Ekberg, Alida Valli, Ava Gardner, Rita Hayworth, Mario Soldati, Vittorio De Sica, Federico Fellini, Mario Cecchi Gori ma non solo. E sono raccontati con quello sguardo ironico e divertito che ha incoronato Dino Risi  maestro della commedia all’italiana.

Dino Risi nato a Milano nel 1917, è uno dei più grandi registi italiani del dopoguerra. Dopo il successo di “Poveri ma belli” (1956), negli anni ‘60 ha diretto tre capolavori: “Una vita difficile”, “Il sorpasso” e “I mostri”. Nel 2002, alla Mostra del cinema di Venezia gli è stato conferito il Leone d’Oro alla carriera.

 
 

La cerimonia di assegnazione dei Premi si celebrerà il 30 settembre, presso il Teatro di Corte di Palazzo Reale a Napoli.


Il Premio Elsa Morante 2004per la comunicazione è andato a Marina Forti per  “La signora di Narmada”.

L'opera  parla di popolazioni, risorse naturali e conflitti, di emergenze ambientali, di lotte eco-pacifiste di comunità rurali, in diverse aree del pianeta. Attraverso il racconto di 25 casi, 25 storie, 25 finestre sul sud del mondo in cui si intrecciano crisi ecologiche e movimenti sociali , il libro racconta vicende di ingiustizia e di sofferenza, ma anche di luminosa resistenza, di dignità, di lotta per la vita, di costruzione di alternative conviviali e nonviolente. Sono racconti, asciutti e avvincenti, ma non finzione poiché si tratta di fatti e persone vere (la gran parte delle quali l’ autrice ha conosciuto direttamente), persone fisicamente lontane da noi, in paesi trascurati dai media e frequentati solo da organizzazioni no profit o da multinazionali. «La signora di Narmada», che dà il titolo all'intero volume, è Medha Pakar, una biologa indiana che nel 1985 scoprì la vicenda della diga di Narmada, la lunga valle dell'India centrale destinata a ospitare, secondo i progetti del governo e del Fondo Monetario Internazionale, 3200 dighe grandi e piccole, comportando massicce dislocazioni, praticamente senza indennizzo, di migliaia di persone. Queste 25 storie  rappresentano notizie attualissime ma soprattutto notizie che raramente si ritrovano nelle agenzie di stampa internazionali e men che mai sui nostri quotidiani.

Marina Forti è inviata del quotidiano "Il manifesto". Ha viaggiato a lungo in Asia meridionale e nel Sud-est asiatico. Scrive intensi articoli e reportages sui temi dell'ecologia globale e delle lotte dei popoli del sud del mondo. Dal 1994 cura la rubrica "TerraTerra" . Ha ricevuto, nel 1999, il premio "Giornalista del mese".

Il Premio Elsa Morante 2004, Sezione speciale impegno civile è andato a Maria Pia Daniele per  Regine 416bis (Deep-Il Mezzogiorno) .

Il Premio Elsa Morante è organizzato in collaborazione con la Presidenza e l’Assessorato alla Cultura della Regione Campania, con la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici e il San Paolo-Banco di Napoli.

 
 

Maria Pia Daniele

L'opera della Daniele, affronta le tematiche dei grandi mali che affliggono  Napoli, ivi compreso  la camorra.  Le “Regine 416 bis” sono le donne di camorra. Il titolo, infatti, fa chiaro riferimento all’articolo 416 bis del codice penale (che definisce la natura dell'associazione di tipo mafioso dal punto di vista giuridico e le pene relative). Le vicende si ambientano in una delle zone più antiche di Napoli, a un passo dal vecchio palazzo di giustizia e le vecchie prigioni, a pochi metri dal duomo di Napoli e poco lontano da altre istituzioni, la Questura e il Municipio, in una strada che si biforca a lingua di serpente, bivio anche metaforico, in cui si muovono i personaggi, tra legge dello Stato e legge di un clan.

Maria Pia Daniele, è regista e autrice di numerosi testi teatrali, come la Trilogia delle donne del Sud. Ha rappresentato l'Italia al Festival Internazionale di Drammaturgia di Bonn nel 1994 con “Il mio giudice”, testo in versi su Rita Atria, collaboratrice di giustizia di Paolo Borsellino. Ha lavorato per l’Unione Europea con autori stranieri riuniti a Madrid nel 2000, al Progetto Cassandra per la stesura di un testo sui diritti umani. Tra i suoi lavori in scena, “Portasudeuropa”, sull’integralismo islamico, la condizione femminile e la libertà d’informazione nell’Algeria del 1996.

 

 
     
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