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Dal 16/02/2003 al 15/06/2003 A Ferrara,alla Pinacoteca Nazionale - Palazzo dei Diamanti " "Shakespeare nell’arte" 
 Come interpretarono il genio di Shakespeare e la sua poesia i grandi pittori europei del Settecento e dell'Ottocento? È questa la domanda a cui intende dare risposta la mostra che il 16 febbraio prossimo aprirà i battenti al Palazzo dei Diamanti, presentando, per la prima volta al pubblico italiano, l'affascinante repertorio di immagini scaturito da quell'incontro straordinario.  | 
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| Angelica Kauffman, Ritratto ideale di William Shakespeare, olio su tela, cm 136 x 94. Credito fotografico: Stratford-upon-Avon © Royal Shakespeare Company Collection | ||
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    L'avvincente varietà di letture che i maestri di ogni
      generazione e tendenza hanno dato dell'arte del grande drammaturgo sono
      documentati nelle diverse sezioni di questa rassegna organizzata da
      Ferrara Arte e dalla Dulwich Picture Gallery di Londra,che illustra
      l'avvicendarsi del gusto e degli stili adottati dai pittori, attraverso
      un'ottantina di opere di grande bellezza e suggestione. La fortuna dei
      soggetti shakespeariani in pittura inizia intorno alla metà del
      Settecento quando il poeta diviene il paradigma del genio originale della
      nazione inglese. A ciò contribuisce anche il fatto che un attore
      straordinario come David Garrick, protagonista della vivace vita culturale
      della Londra del periodo, lo porta sulla scena con interpretazioni
      memorabili. | 
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| Johann Heinrich Füssli, Le tre Streghe, (Macbeth, I, 3, 42-44), c. 1783, olio su tela, cm 75 x 90. Credito fotografico: Stratford-upon-Avon © Royal Shakespeare Company Collection | ||
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       All'inizio i pittori intendono illustrare nei loro dipinti
      singole rappresentazioni teatrali, nello spirito della ritrattistica
      realistica del tempo, ma poi, nel contesto di un'incipiente gusto
      preromantico, essi arrivano a emulare la stessa forza di suggestione
      dell'opera shakespeariana, sottratta al teatro e consegnata al solo ambito
      della poesia e dell'immaginazione. Le prime tre sale introducono nel cuore
      di questa situazione. Se Hogarth e Hayman, tipici esponenti della cultura
      illuminista, offrono vivide raffigurazioni di saggi di recitazione e di
      scenografie, i pittori influenzati dall'estetica del sublime si liberano
      da qualsiasi suggestione desunta dalle produzioni teatrali e lavorano a
      opere frutto di un'accesa immaginazione, quasi competendo con il poeta.
      Dipinti e disegni capitali di Füssli, Blake, Romney e di altri conducono
      con forza il pubblico in una dimensione ora eroica, ora terrificante, ora
      onirica, sottolineando gli aspetti più visionari dell'opera di
      Shakespeare.  | 
    
     
      William Blake, Quale angelo caduto dalle nubi, (Enrico IV, parte1, IV, 1, 108-09), 1809, penna e acquerello su carta, cm 23,1 x 17,3. Credito fotografico: Londra, The British Museum  | 
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      Sir John Everett Millais, Ferdinando adescato da Ariel, (La tempesta, I, 2), 1849, olio su tavola, cm 64,8 x 50,8. Credito Fotografico: Londra, The Bridgeman Art Library  | 
    Le Gallerie, dove gli editori
      esponevano dipinti a tema shakespeariano commissionati ai maggiori artisti
      del periodo, erano vere e proprie imprese commerciali, finalizzate alla
      realizzazione di vasti repertori di stampe in ampie tirature, che
      concorsero a estendere la fortuna del drammaturgo presso un ampio
      pubblico. La sezione successiva porta il visitatore nelle sale teatrali londinesi presentando un'avvincente galleria di celebri attori shakespeariani, da Garrick a Macklin alla famiglia Kemble, colti nei diversi ruoli, con le maschere e le gestualità che ne hanno decretato la fama, o nel pieno di azioni sceniche che documentano il mutare degli stili di recitazione, della scenografia e dei costumi teatrali, con il passaggio da ambienti e vesti ancora settecenteschi a contesti ricostruiti secondo una ricerca di autenticità storica. Il romanticismo segna la fortuna europea del repertorio shakespeariano. Opere di grande qualità pittorica di Turner e Delacroix, Chassériau e Moreau, Hayez e Feuerbach testimoniano per l'intensità di passioni che le ispira, quanto la malinconia di Amleto, l'amore di Giulietta e Romeo, le colpevoli allucinazioni di Macbeth, la dedizione di Desdemona divengano archetipi costitutivi di una sensibilità tutta moderna.  | 
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| La mostra si chiude con due sale che documentano la
      popolarità di Shakespeare nell'Inghilterra vittoriana: suggestivi dipinti
      tratti dal Sogno di una notte di mezza estate mostrano quanto i soggetti
      favolistici, con il loro repertorio di fate e di elfi, abbiano alimentato
      le evasioni fantastiche di quegli anni, mentre le opere dei preraffaelliti,
      come Millais, Dyce e Hunt, parlano del perpetuarsi del mito e del fascino
      dell'opera di Shakespeare presso il pubblico britannico, sia per la sua
      pregnante evocazione storica che per la sua dimensione fiabesca o
      leggendaria. Il catalogo, completamente illustrato, presenta importanti contributi sul rapporto di Shakespeare con le arti e sulla fortuna dell'opera del drammaturgo in pittura, dal XVIII al XIX secolo  | 
    
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    Eugène Delacroix, La morte di Ofelia, (Amleto, IV, 7, 167-84), 1853, olio su tela, cm 23 x 30,5. Credito fotografico: Parigi, © foto RMN, Arnaudet | |
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       Data Inizio: 16/02/2003 Data Fine: 15/06/2003 Costo del biglietto: € 7,30 Prenotazione: Facoltativa Città: Ferrara Luogo: Pinacoteca Nazionale - Palazzo dei Diamanti Indirizzo: Corso Ercole I d’Este, 21 Orario: tutti i giorni feriali e festivi dalle ore 9 alle ore 19 Telefono: 0532.209988 
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| Johann Heinrich Füssli, Titania e Bottom, (Sogno di una notte di mezza estate, IV, 1), 1793-94, olio su tela, cm 169 x 135. Credito fotografico: Zurigo, © 2002 Kunsthaus Zürich, tutti i diritti riserv | ||