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"Senso '45"il nuovo film  di Tinto Brass
 Tratto dalla novella omonima di Camillo Boito, il film racconta la travolgente passione tra Livia Mazzoni (Anna Galiena), sensuale moglie di un ministro, ed Helmut Schultz (Gabriel Garko), ufficiale della Wehrmacht tedesca, sullo sfondo di una Venezia prossima alla liberazione.

Come Luchino Visconti con lo storico film del 1953, anche Tinto Brass con il film "Senso '45"si è liberamente ispirato al racconto "Senso" di Camillo Boito, ma diverse sono l'ambientazione e anche le intenzioni del regista.

"Senso '45" non é una parodia di Visconti, né una parodia di Boito. 
Precisa Brass: Sì, certo mi sono ispirato al racconto di Boito, ma prendendo le distanze dal film di Visconti, che apprezzo moltissimo, però era un'altra cosa: sia rispetto al racconto che rispetto al mio film. Diciamo che dallo spunto di Boito ho trovato uno stimolo a mettere in scena un po' delle mie solite ossessioni…che Fellini chiamava benedizioni! 
Qualcuno ha detto che il mio genere assomiglia a quello di Russ Mayer in America, con la differenza che lui è un "Tit Man" (ipertrofia mammaria…) io sono un "Ass man" (e non posso che essere cosi, dal momento che "ass" è anche nel mio cognome Brass). Come dicevano i Latini "nomen est homen", insomma il mio destino era già segnato.

 

 

 

"Io sono sempre stato più ossessionato dal linguaggio… ecco il linguaggio è una cosa che indubbiamente mi stimola e mi diverte, il linguaggio fatto anche dalle citazioni, dalle allusioni, dai referenti, che funzionano, molto spesso, come degli 'spiazzamenti'. Certa gente crede che sia così… una 'seriosità'; non si accorge che c'è una distanza, che credo sia anche molto veneziana, tutto sommato. Venezia per me è la città del disincanto, è un modo di guardare alla realtà con occhio molto disincantato, molto critico. Per quello ad esempio Branciaroli è un mio 'attore feticcio', proprio perché con lui c'è un intesa immediata, quasi biologica, lui applica al cinema (forse anche in teatro ma, insomma, soprattutto al cinema per quanto mi riguarda) questo estraniamento, tipico come tecnica teatrale, che mi serve moltissimo proprio per costruire questo personaggio nel caos specifico: questo Ugo che partecipa è innamorato, è uno spasimante ma sempre con una chiara presa di distanza da quello che sta facendo."