|   | 
           
                
                Nasce il Teatro Lirico Giorgio Gaber. Quello che solo qualche 
                anno fa era un sogno, oggi è una realtà che avrà 
                un ruolo di primo piano nella vita culturale e artistica di Milano. 
                 
                Artefici e realizzatori dell’opera sono una cordata di imprenditori 
                teatrali privati milanesi  
                (Antonio Gnecchi, Gianmario Longoni e Giancarlo Volpi) che, attraverso 
                una associazione 
                temporanea di imprese (ATI), ben dieci anni fa hanno dato vita 
                al primo progetto per la 
                rinascita del Teatro Lirico. 
                A loro, attraverso un accordo di partnership con Officine Smeraldo, 
                si affianca Munus Culture 
                branch della merchant bank ABM Network che, convinta della bontà 
                del piano ha deciso 
                di farlo proprio e reperire sul mercato i finanziamenti necessari 
                per la realizzazione dell’opera. 
                Il gruppo ABM, che fa capo al banchiere d’affari Alberto 
                Rigotti, ha scelto di sostenere il progetto Teatro Lirico Giorgio 
                Gaber rafforzando così il suo lavoro sul fronte del recupero 
                e  
                della rivalutazione di grandi patrimoni artistici, unendo l’impegno 
                culturale agli impegni economici e reddituali. 
                 
                Un grande progetto al servizio della città e soprattutto 
                della cultura. Una scelta precisa, questa, 
                che si manifesta immediatamente con la decisione di titolare la 
                struttura a Giorgio Gaber, uno dei più grandi artisti italiani, 
                e milanesi del '900.  
                 
                Protagonista della rinascita del Lirico è, infatti, anche 
                la Fondazione Giorgio Gaber,nata il 26  
                aprile 2006 come prosecuzione dell’omonima Associazione 
                Culturale. La Fondazione,  
                che proprio nel rinnovato Teatro trasferirà la sua sede, 
                ha come principale scopo quello di divulgare la figura dell’Artista 
                attraverso un’incessante attività di festival, convegni,mostre, 
                 
                iniziative didattiche, produzioni editoriali e spettacoli oltre 
                naturalmente alla realizzazione dell’archivio completo della 
                sua Opera.  
                Il Teatro Lirico Giorgio Gaber sarà dunque un centro polifunzionale 
                al servizio della città, ma soprattutto polo internazionale 
                per la musica e lo spettacolo.  
                 
                Con un palcoscenico e un’acustica all’altezza delle 
                sale più importanti a livello internazionale,  
                il Teatro Lirico partirà con una stagione ricca di appuntamenti, 
                invitando le migliori  
                produzioni di respiro nazionale e internazionale, rivolgendosi 
                a tutte le performing arts, 
                con rassegne che spaziano dalla danza e all’inedito (per 
                l’Italia) Teatro dell’Incredibile, dalla  
                musica classica alla musica d’autore. 
                A garanzia della qualità della proposta artistica del Teatro 
                saranno chiamate a riunirsi  
                alcune personalità di spicco del mondo culturale, artistico, 
                politico ed imprenditoriale della città. 
                Un vero e proprio comitato dei “Probi Viri”, a cui 
                hanno aderito ad oggi Salvatore Carrubba,  
                Paolo Dal Bon, Philippe Daverio, Marcello Dell’Utri, Biagio 
                Longo, Massimiliano Pani,  
                Sandro Parenzo, Davide Rampello, Alberto Rigotti e Giampiero Solari. 
                Il progetto di restauro, curato dall’architetto Luciano 
                Maria Colombo si prefigge di recuperare 
                la tradizione e la classicità della struttura originaria 
                attraverso un intervento architettonico tanto  
                rigoroso quanto tecnologicamente innovativo, che tra l’altro 
                restituirà a Milano uno dei suoi  
                gioielli perduti: l’antica volta del Teatro Lirico Internazionale, 
                costruita nel 1894.  
                La nuova copertura vetrata, realizzata con una soluzione strutturale 
                d’avanguardia, sarà il cuore di un organismo polifunzionale 
                in grado di 
                ospitare manifestazioni di diversa natura: conferenze, sfilate 
                di moda, 
                presentazioni letterarie, spazio retail, avvolti dal suggestivo 
                skyline 
                milanese. Ci sarà anche una biblioteca storica specializzata 
                sullo 
                spettacolo, che proviene dalla raccolta di Paolo Grassi, interamente 
                digitalizzata. 
              | 
         
         
          |  
              
              La storia del Lirico, è percorsa da stagioni di grande lustro 
              e momenti bui,dai quali però il Teatro è sempre rinato, 
              ritrovando nel tempo la sua figura storica di protagonista indiscusso 
              della scena milanese.  
               
              È il 1776 quando un incendio distrugge l’unico teatro 
              che Milano aveva allora, il Regio Ducale. La città aveva 
              bisogno di un nuovo teatro, che con un progetto (profondamente legato 
              a quello del Teatro alla Scala) affidato a Giuseppe Piermarini, 
              viene inaugurato il 21 agosto 1779 con un’opera di Salieri. 
              Nel 1832 Donizetti lo sceglie per la prima di “Elisir D’Amore” 
              e, sulfinire del secolo (1894), prostrato dalla carenza di sovvenzioni, 
              riceve nuova vita da Sonzogno, che lo battezza Teatro Lirico Internazionale. 
              Danneggiato da un incendio nel 1938, nel 1943 ospita la stagione 
              del Teatro alla Scala. Con la liberazione, il Teatro riconquista 
              il suo ruolo fino a diventare nel 1964 la “sala grande” 
              del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler.  
              Lungo tutto il corso degli anni ’70 il Teatro si apre alla 
              politica attiva,ospitando manifestazioni e accese assemblee operaie. 
              Una gestione 
              ordinaria mantiene comunque vivo il Teatro fino agli anni ‘90 
              quando la stretta finanziaria che attanaglia i comuni conduce di 
              nuovo alla sua 
              chiusura. 
              Oggi, quello del Teatro Lirico Giorgio Gaber è un grande 
              progetto che,idealmente, fa da trait d’union fra il passato 
              e la nuova sfida che vede 
              Milano in corsa per la cultura, insieme alle grandi capitali d’Europa 
              e del mondo. 
               
              LA STORIA CONTINUA 
              Teatro Lirico. Un protagonista della vita artistica e culturale 
              Dopo anni di silenzio, finalmente risorge il Teatro Lirico. Esempio 
              di 
              architettura maestosa ed austera, le radici della sua gloriosa storia 
              affondano nella Milano asburgica del XVIII secolo. Come il Teatro 
              alla  
              Scala, nasce dalla matita del Regio architetto Giuseppe Piermarini 
              e con La Scala si afferma, sin dalla sua apertura, come protagonista 
              della vita artistica e culturale di Milano. 
               
              È il 25 febbraio 1776 quando un incendio distrugge l’unico 
              teatro che lacittà aveva allora, il Regio Ducale, costruito 
              nel 1717 in un’ala di Palazzo Reale. Milano doveva dotarsi 
              di un nuovo teatro. Si propongono da subito i palchettisti, ma non 
              riescono a trovare un accordo col governo: i primi chiedono infatti 
              che il nuovo teatro sorga in centro, lontano dall’ambiente 
              di Corte. A mediare fra le parti sarà l’arciduca Francesco 
              Ferdinando, figlio di Maria Teresa d’Austria. Colto e appassionato 
              di teatro, intuì che Milano avrebbe avuto il prestigio culturale 
              di città, quali Venezia e Parigi, se avesse avuto due sale. 
              L’accordo è sancito il 15 luglio 1776: alla sala maggiore 
              è assegnata l’area della sconsacrata chiesa di Santa 
              Maria alla Scala, mentre il teatro minore sarebbe sorto nel luogo 
              delle ormai decadute Scuole Canobbiane. Il progetto, affidato nell’agosto 
              al Piermarini, è sostanzialmente simile per entrambe le strutture, 
              con la  
              caratteristica tipologia del teatro all’italiana: la sala 
              a ferro di cavallo, quattro ordini di palchi e un loggione.  
               
              La sera del 21 agosto 1779, a poco più di un anno dall’apertura 
              della Scala, viene inaugurato il nuovo teatro con uno spettacolo 
              di opere buffe balli, con musiche di Salieri.  
               
              Dopo quasi un secolo di programmazione (nel 1832 Donizetti lo sceglie 
              per la prima di Elisir d’Amore ), a seguito della soppressione 
              dei sussidi comunali e statali, nel 1870 il teatro vive una stagione 
              di decadenza.  
               
              Anche allora fu un privato a farlo risorgere: Edoardo Sonzogno. 
              Fine editore musicale, dopo averlo fatto restaurare, gli dà 
              nuova vita  
              chiamandolo Teatro Lirico Internazionale. Cuore pulsante della vita 
              sociale, culturale e artistica, ospita prime assolute, da Cilea 
              a Leoncavallo.  
              Nel 1921 Mussolini lo sceglie come oratorio per uno dei suoi primi 
              discorsi pubblici. Nel 1926 torna ad essere sfera di proprietà 
              del Comune.  
              Nel 1938 è devastato da un incendio ma, ricostruito, nel 
              1943 ospita la stagione del Teatro alla Scala distrutto dai bombardamenti 
              che avevano duramente provato Milano. Gli anni dolorosi della guerra 
              si chiudono nel 1944 con l’ultimo discorso pubblico di Mussolini, 
              pronunciato proprio al Lirico.  
               
              Con la liberazione, il Teatro riconquista faticosamente il suo ruolo 
              culturale, fino a quando, nel 1964, il Comune lo concede al Piccolo 
              Teatro  
              di Strehler. Comincia una stagione di grandi opere brechtiane, di 
              prime assolute come il BussottiOperaBallet, degli applauditissimi 
              concerti e 
              monologhi di Giorgio Gaber. Lungo tutto il corso degli anni ’70 
              il Teatro si apre alla politica attiva, ospitando manifestazioni 
              e accese assemblee operaie. 
               
              Una gestione ordinaria mantiene comunque vivo il Teatro fino agli 
              anni ’90, quando la stretta finanziaria che attanaglia i comuni 
              lo porterà alla 
              chiusura. Oggi, con il nuovo progetto di restauro tutto è 
              pronto per riportare il Teatro Lirico ad una nuova entusiasmante 
              vitalità degna della sua gloriosa storia. 
               
              19 
              aprile 2007 
               
             
             | 
         
        |