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          Scrive nella lettera Valensise: 
          «Nelle settimane e nei mesi scorsi il ministero degli Affari Esteri ha 
          più volte segnalato la crescente pericolosità della situazione in 
          Iraq, rinnovando la raccomandazione di limitare al massimo la presenza 
          in quel paese di cittadini italiani che non svolgano funzioni 
          istituzionali. Gli ultimi drammatici sviluppi della situazione sul 
          terreno, a Baghdad e in provincia, confermano, se mai necessario, il 
          livello elevatissimo di rischio per i nostri connazionali e 
          l’importanza di adottare misure di assoluta prudenza». La lettera 
          continua sottolineando l’importanza di avere comunque «testimonianze 
          dirette» da quel paese, e apprezzando il «coraggioso impegno 
          professionale degli inviati italiani».   Nell’esortare i 
          direttori ad astenersi dal mandare i propri giornalisti in Iraq, il 
          portavoce della Farnesina raccomanda a quei pochi che ancora sono 
          rimasti, «di restare in stretto e costante contatto con l’ambasciata 
          d’italia e di evitare spostamente fuori Baghdad».