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      FONDAZIONE ITALIA® 
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|   Memoria e Identità di Giovanni Paolo II Edizione Rizzoli Pagine 374 Prezzo Euro 17,50 
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| da www.rcslibri.it | |
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       “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con 
        il bene il male.” 
       san Paolo, Lettera ai Romani, 12,21 “Mi 
        è stato dato di fare esperienza personale delle “ideologie 
        del male”. È qualcosa che resta incancellabile nella mia 
        memoria. Prima ci fu il nazismo. Quello che in quegli anni si poté 
        vedere era già cosa terribile. Ma molti aspetti del nazismo, in 
        quella fase, di fatto rimasero nascosti. La reale dimensione del male 
        che imperversava in Europa non fu percepita da tutti, neppure da quelli 
        tra noi che stavano al centro stesso di quel vortice. Vivevamo sprofondati 
        in una grande eruzione di male e soltanto gradualmente cominciammo a renderci 
        conto della sua reale entità. I responsabili di esso facevano infatti 
        molti sforzi per nascondere i loro misfatti agli occhi del mondo. Sia 
        i nazisti durante la guerra che, più tardi, nell’Est dell’Europa 
        i comunisti, cercavano di occultare all’opinione pubblica ciò 
        che facevano. [...] NOTE BIOGRAFICHE  | 
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     Le conversazioni del Papa a cavallo dei millenni di Piero Fornara su Il Sole 24Ore  | 
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| L'attentato 
      del 13 maggio 1981, compiuto da Alì Agca, fu «commissionato» 
      e fu opera di «una delle ultime convulsioni delle ideologie della 
      prepotenza, scatenatesi nel XX secolo». Lo scrive Giovanni Paolo II 
      nell'ultimo capitolo del libro «Memoria e identità», 
      presentato oggi a Roma. «La sopraffazione - spiega il Papa - fu praticata 
      dal fascismo e dal nazismo, così come dal comunismo. La sopraffazione 
      motivata con argomenti simili si è sviluppata anche qui in Italia: 
      le Brigate Rosse uccidevano uomini innocenti e onesti». Raccontando 
      poi il suo colloquio del 1983 con Agca in carcere, scrive: «Alì 
      Agca, come tutti dicono, è un assassino professionista. Questo vuol 
      dire che l'attentato non fu un'iniziativa sua, che fu qualcun altro a idearlo, 
      che qualcun altro l'aveva a lui commissionato». 
       «Praticamente ero ormai dall'altra parte». Il Papa ricorda così la sua situazione mentre era in sala operatoria. Già in ambulanza verso il policlinico Gemelli, il papa «perse conoscenza», spiega il suo segretario mons. Stanislao Dziwisz, che nel libro racconta a due voci l'evento. Sei pagine molto intense, dalle quali emerge che i medici non credevano di salvare il papa, ma allo stesso tempo donarono il loro sangue, visto che la prima trasfusione era andata male. Poi le indicazioni mediche: in sala operatoria «la pressione sanguigna calava in modo drammatico, il battito cardiaco si sentiva appena. I medici - scrive mons. Dziwisz - mi suggerirono di somministrare l'Unzione degli infermi. Lo feci prontamente». La seconda trasfusione va bene, ma nonostante ciò «i medici fecero l'intervento senza credere nella sopravvivenza del paziente. Non si occuparono (...) del dito trapassato dal proiettile (...) la ferita si rimarginò da sola». Quando il papa si svegliò, il solo il giorno dopo a mezzogiorno, chiese: «Ho recitato la compieta?», le preghiere?. «Pensava infatti - sottolinea mons. Dziwisz - che fossimo ancora nel giorno precedente... I tre giorni successivi furono terribili. Il Santo Padre soffriva moltissimo. Infatti aveva drenaggi e tagli dappetutto (...) Ciononostante la convalescenza procedette molto velocemente» e all'inizio di giungo il papa «tornò a casa» senza neppure una «specifica dieta». Prima edizione di 330 mila copie  Il libro prende il via da alcune conversazioni con i filosofi polacchi Jozef Tischner e Krzysztof Michalski, svolte nel 1993 a Castelgandolfo, profondamente rielaborate e ampliate nel corso degli ultimi anni. Ecco "l'incipit": «Il XX secolo è stato, per così dire, il "teatro" in cui sono entrati in scena determinati processi storici, e ideologici, che si sono mossi nella direzione della grande 'eruzionè del male, ma è stato anche lo scenario del loro superamento». Oltre a quella italiana, sono previste altre 14 edizioni che saranno proposte in lingue e Paesi diversi. Nazismo e comunismo  A proposito di Europa, Giovanni Paolo II dedica un capitolo del suo libro al tema dei rapporti tra la parte occidentale e i Paesi che erano al di là della "cortina di ferro", per i quali egli esprime il timore che assorbano acriticamente i modelli consumistici, e del contributo che essi possano dare alla costruzione della «casa comune». Le nazioni dell'Europa centro-orientale hanno conservato la loro identità, e l'hanno persino consolidata, nonostante tutte le trasformazioni imposte dalla dittatura comunista. Per esse, infatti, la lotta per la conservazione dell'identità nazionale è stata una lotta per la sopravvivenza. Oggi le due parti dell'Europa, l'occidentale e l'orientale, si stanno riavvicinando. «Ogni sofferenza umana, ogni dolore, ogni infermità racchiude una promessa di salvezza, una promessa di gioia» scrive il Papa, ricordando, con le parole di San Paolo: «Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi». Ciò vale anche per «ogni sofferenza provocata dal male», come le guerre, le ingiustizie sociali, il terrorismo: «tutto questo male esiste nel mondo per risvegliare in noi l'amore».  | 
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